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Vicende Medioevali

Ultima modifica 13 aprile 2021

Nello stato milanese, dal 900 al 1000 circa, I'autorità feudale era in mano ai "conti", la cui giurisdizione si chiamava "contado rurale". II più antico di essi è considerato quello della Martesana, con le 12 Pievi di Alzate, Desio, Seveso, Asso, Incino (Erba), Cantù, Missaglia, Oggiono, Garlate, Brivio, Vimercate e Mariano. AI principio del secolo XI la campagna milanese fu infatti regolata in Pievi, ciascuna delle quali aveva un "consiglio comunale", che dipendevano per ciò che riguarda il "potere spirituale" dall'arcivescovo di Milano e per il "potere temporale" dalla Repubblica di Milano. Dall'anno 1000 al 1300 si ha un periodo di intense lotte tra nobili fuorusciti di Milano e il popolo; in queste lotte le rivendicazioni politiche (lotta dei Comuni contro l'Impero), sociali (lotte del popolo contro i nobili) e religiose (lotte dei cattolici contro gli eretici) vanno di pari passo. È in questo periodo che Carugo e i suoi dintorni entrano nei documenti della Storia Nazionale.
Nell'Agosto del 1222 il "forte castello", di cui si ha notizia fin dall'892 e da cui trasse il nome e l'origine la famiglia Carugo (una delle duecento famiglie iscritte nell'albo della nobiltà milanese), fu preso, saccheggiato e distrutto dal Podestà di Milano, Ardigotto Marcellino, durante le discordie sorte tra nobili e popolani; si dice che I'Ardigotto, dopo aver distrutto il castello, non osasse più avanzare su Cantù, dove si era rifugiato coi nobili l'Arcivescovo di Milano Enrico da Settala, poiché nel giorno dell'Assunta era apparsa una grande cometa che aveva oscurata la luna allora nel suo pieno.


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